Il ruolo delle Holding nella gestione e nel trasferimento dei patrimoni

In Italia, le PMI familiari costituiscono il motore dell’economia e rappresentano circa il 99% delle imprese totali nel Paese, ma oggi più che mai si trovano ad affrontare sfide complesse: trasferire l’impresa alle nuove generazioni, gestire patrimoni aziendali articolati e organizzare la crescita del gruppo in modo sostenibile.

In questo scenario, le holding, sia nazionali sia internazionali, possono svolgere un ruolo fondamentale nella gestione e nel trasferimento dei patrimoni; esse rappresentano un modello flessibile ed efficiente, capace di proteggere, organizzare e sviluppare il patrimonio aziendale nel tempo.

Opportunità e sfide

Il passaggio generazionale rappresenta un'opportunità per innovare e rinnovare l'azienda, ma è anche un momento critico che può determinare il successo o il fallimento dell'impresa.

Secondo recenti studi, solo il 30% delle aziende familiari sopravvive al passaggio dalla prima alla seconda generazione, e solo il 12% arriva alla terza. La pianificazione anticipata e l'adozione di strategie mirate sono essenziali per affrontare questa fase delicata.

Molte aziende si sviluppano in modo naturale, creando una stratificazione tra società operative, immobiliari e partecipazioni.

Tuttavia, senza una struttura coordinata, il gruppo aziendale può diventare inefficiente, soggetto a conflitti interni o penalizzato dal punto di vista fiscale.

La holding consente di mettere ordine, con vantaggi concreti:

  • Separare la proprietà dalla gestione operativa;
  • Coordinare le attività di più aziende all’interno di un unico gruppo;
  • Facilitare la trasmissione del controllo tra generazioni;
  • Rendere più efficiente la gestione della liquidità e degli investimenti;
  • Ottimizzare i carichi fiscali e successori.

Una holding consente di affrontare questa fase in modo strutturato la distribuzione ordinata delle quote tra gli eredi, avere una Governance chiara con regole statutarie condivise, inserire gradualmente le nuove generazioni in ruoli operativi senza compromettere il controllo.

Una corretta pianificazione tramite holding permette di prevenire conflitti, mantenere la stabilità aziendale e valorizzare il patrimonio familiare.

 

Le PMI che si trasformano in gruppi societari si trovano spesso ad affrontare esigenze complesse e diversificate. In queste situazioni, una società può generare liquidità mentre un'altra necessita di investimenti. Inoltre, potrebbe essere necessario separare la gestione dei beni immobili dalle attività operative o esplorare nuove iniziative in settori diversi rispetto a quello di origine.

La holding è lo strumento ideale per coordinare queste dinamiche, centralizzando la gestione finanziaria e degli asset, permettendo una razionale allocazione delle risorse o supportando l’avvio di nuove attività imprenditoriali attraverso l’uso della liquidità generata internamente.

Vantaggi fiscali e operativi

Uno degli aspetti più interessanti della holding riguarda la pianificazione fiscale.

È possibile cedere quote anziché intere aziende, beneficiando dell’esenzione dall'imposta sulle plusvalenze prevista per le partecipazioni qualificate (art. 87 TUIR). Le distribuzioni di utili tra le società del gruppo possono essere gestite in modo efficiente, spesso attraverso regimi fiscali agevolati. Inoltre, le operazioni di finanziamento infra-gruppo possono essere strutturate secondo logiche di ottimizzazione.

La holding fornisce anche una maggiore credibilità bancaria, una struttura più trasparente per gli investitori e una governance in grado di mantenere la propria solidità nel tempo.

Per le PMI con interessi esteri, patrimoni diversificati o mercati internazionali, creare una holding in giurisdizioni estere può ampliare ulteriormente i vantaggi:

  • Ottimizzazione della fiscalità internazionale;
  • Protezione patrimoniale da rischi locali o instabilità politiche;
  • Struttura più efficiente per gestire partecipazioni estere o joint venture.

Questa scelta richiede competenze specifiche, ma può rivelarsi determinante nella strategia di crescita a lungo termine.

La holding è uno strumento potente per le PMI italiane, capace di garantire continuità familiare, supportare la crescita ordinata dei gruppi aziendali, ottimizzare la fiscalità e la struttura patrimoniale e rafforzare la governance e la capacità decisionale.

Se stai affrontando un passaggio generazionale, una riorganizzazione aziendale o desideri semplicemente valorizzare il tuo gruppo imprenditoriale, BS Associati è al tuo fianco.

Con un team multidisciplinare e una consolidata esperienza nel settore, ti assistiamo nella progettazione della tua holding, garantendo un'integrazione efficace con le reali esigenze della tua impresa.


ENTI DEL TERZO SETTORE: Novità introdotte dalla L.104/2024

Il Terzo settore, detto anche settore no profit, include un’ampia platea di soggetti, tra i quali: associazioni di volontariato, cooperative sociali, organizzazioni non governative, associazioni sportive dilettantistiche, imprese sociali, società di mutuo soccorso ed enti religiosi civilmente riconosciuti.

Il Terzo Settore quindi è l'insieme di quegli enti privati che perseguono, senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.

La L. 4.7.2024 n. 104 entrata in vigore il 3/8/2024, ha introdotto rilevanti modifiche, queste modifiche entreranno in vigore a partire dal bilancio per l’esercizio 2025, con alcune specifiche per gli enti con esercizi non coincidenti con l’anno solare.
Trovate qui tutti gli approfondimenti e i dettagli relativi ai termini di deposito del bilancio.

1) Obbligo di redigere il bilancio d’esercizio

La L. 104/2024 modifica i presupposti per poter ricorrere al rendiconto per cassa.

Dal 3.8.2024 possono utilizzarlo:

  • solo gli enti del Terzo settore privi di personalità giuridica;
  • qualora le entrate complessive non siano superiori a 300.000,00 euro

Ne consegue indirettamente che sono tenuti a redigere il bilancio d’esercizio in forma ordinaria gli enti del Terzo settore:

  • senza personalità giuridica con entrate comunque denominate superiori a 300.000,00 euro;
  • dotati di personalità giuridica che superino la soglia di 60.000,00 euro annui di entrate.

Per gli ETS con ricavi, rendite, proventi o entrate comunque denominate non superiori a 60.000,00 euro diventa possibile redigere il rendiconto per cassa indicando le entrate e le uscite in forma aggregata

Sono interessati dalla disposizione “tutti gli enti del Terzo settore”, senza distinzioni o precisazioni ulteriori in ordine alla personalità giuridica

2) OBBLIGO DI NOMINA DELL’ORGANO DI CONTROLLO E DI REVISIONE

  • In base agli artt. 30 e 31 del DLgs. 117/2017, gli enti del Terzo settore sono tenuti alla nomina dell’or­gano di controllo e di revisione al superamento di determinati limiti.
  • Tali limiti sono stati incrementati dalla L. 104/2024 e il periodo di osservazione (ossia i due esercizi consecutivi) per la verifica del superamento dei limiti dimensionali sopra indicati deve essere compiuta alla chiusura del bilancio 2024, considerando i bilanci 2023 e 2024.

3) Assemblea degli ETS tenuta con mezzi di telecomunicazione

Prima delle modifiche apportate dalla L. 104/2024, era consentito l’intervento in assemblea mediante mezzi di telecomunicazione solo se tali modalità erano previste dall’’atto costitutivo o dallo statuto.

Ora è stato disposto che gli associati possono intervenire in assemblea mediante mezzi di telecomunicazione ed esprimere il voto per via elettronica, purché sia possibile verificare l’identità dell’associato che partecipa e vota e nel rispetto dei principi di buona fede e di parità di trattamento.

4) ETS sportivi dilettantistici - Attività diverse da quelle di in­te­resse generale

Viene previsto che gli enti del Terzo settore iscritti anche nel RASD (Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche) non considerano nel computo dei limiti per lo svolgimento delle attività diverse i proventi derivanti da rapporti di sponsorizzazione, promo pubblicitari, cessione di diritti e indennità legate alla formazione degli atleti, nonché dalla ge­stione di impianti e strutture sportive.

5) ricorso a prestazioni di lavoro da parte delle ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE

Le associazioni di promozione sociale (APS) possono assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo o di altra natura, anche dei propri associati. Per effetto dell’art. 4 della L. 104/2024, è stato incrementato il numero dei dipendenti assumibili in rapporto agli associati poiché la percentuale passa dal 5% al 20%.

Ulteriori modifiche della L. 104/2024

Oltre a quelle sopra indicate, tra le ulteriori modifiche introdotte dalla L. 104/2024 alla disciplina del Terzo settore, si segnalano le seguenti:

  • Deroghe alla devoluzione del patrimonio: la L. 104/2024 ha escluso per i predetti enti che l’omessa iscrizione al RUNTS sia equiparata allo scioglimento dell’ente;
  • per le imprese sociali, l’estensione dell’efficacia dell’iscrizione al Registro delle imprese anche ai fini dell’acquisizione della personalità giuridica;
  • la modifica della misura del contributo destinato ai fondi per la promozione e lo sviluppo delle imprese sociali;
  • l’obbligo di reintegrare il numero degli associati di una rete associativa quando questo diventa inferiore a quelli indicati dal codice del Terzo settore;
  • la possibilità di presentare la domanda di iscrizione al RUNTS anche da parte di un delegato della rete associativa cui l’ente eventualmente aderisca;
  • l’assegnazione, da parte dell’ufficio del RUNTS, di un termine non inferiore a 30 giorni (e non superiore a 180 giorni) per la richiesta di deposito degli atti o di aggiornamento delle informazioni, in caso di mancato o incompleto adempimento dell’ente nei termini ordinari;
  • l’iscrivibilità al RUNTS delle associazioni fra militari in congedo e dei pensionati, iscritte nel­l’apposito Albo tenuto dal Ministero della Difesa.

INVESTIRE IN IMMOBILI A DUBAI: cosa imprese e imprenditori devono considerare nelle valutazioni di investimento

Dubai è sempre più una delle destinazioni più attraenti per gli investitori immobiliari internazionali. Con una strategica posizione geografica, infrastrutture moderne ed un ambiente fiscale favorevole, investire in immobili a Dubai può essere un'opportunità redditizia.
Sebbene stiano emergendo anche altre città di rilievo nella regione, Dubai mira a consolidare la sua posizione di hub strategico per imprenditori di ogni parte del mondo. La città è determinata a mantenere un ruolo di leadership nell'innovazione economica e negli investimenti internazionali. Inoltre, Dubai offre opportunità uniche nel contesto economico globale, rendendola una meta imprescindibile per le aziende emergenti, per gli investimenti e per i professionisti di talento, oltre a fungere da centro per l'espansione di imprese globali.
Vediamo quali sono gli elementi fondamentali da tenere in considerazione in fase di valutazione d’investimento.

Comprendere il Mercato Immobiliare di Dubai
Prima di investire, è fondamentale comprendere il mercato immobiliare di Dubai. Dubai è divisa in diverse zone: alcune aree sono destinate esclusivamente agli investitori locali, mentre altre, come le free-zone, sono aperte agli investitori stranieri. È importante conoscere le tendenze di mercato, i prezzi medi per metro quadrato e le aree in sviluppo.
Non tutte le zone di Dubai presentano lo stesso potenziale di crescita. Per ottimizzare i rendimenti, è fondamentale esaminare il mercato locale e individuare le aree con il maggior potenziale di sviluppo, come quelle che beneficiano di nuovi progetti infrastrutturali o che attirano una forte domanda di affitti. Le zone di lusso, come Dubai Marina, Jumeirah Village Circle e Business Bay, continuano a suscitare un notevole interesse da parte degli acquirenti internazionali.

Stabilire un Budget e un Piano Finanziario
Determinare il budget è un passo cruciale. Serve considerare i costi aggiuntivi come le tasse di registrazione, le spese legali e i costi di manutenzione. Inoltre, è fondamentale pianificare finanziariamente l’operazione tenendo conto delle seguenti voci:
- Caparra: Solitamente varia tra il 20% e il 25% del valore dell'immobile.
- Costi di Transazione: Include tasse e spese legali che possono raggiungere fino al 7-8% del prezzo dell'immobile.
- Rendita: Considera il potenziale di rendita dell'immobile per valutare il ritorno sull'investimento

Conoscere le norme per gli investitori stranieri
Dubai è molto aperta agli investimenti internazionali, ma è fondamentale comprendere le regolamentazioni specifiche. Gli stranieri possono acquistare immobili nelle zone designate come “freehold”, che permettono la piena proprietà e il controllo dell’immobile.
Farsi supportare da partner affidabili ed esperti è cruciale per assicurarsi che l’investimento rispetti tutte le normative.

Esaminare il Processo Legale
Il processo legale a Dubai è generalmente semplice per gli investitori stranieri, ma è essenziale avere una chiara comprensione dei requisiti legali:
- Registrazione: Tutti gli immobili devono essere registrati presso il Dubai Land Department.
- Visto di Residenza: Alcuni investitori possono beneficiare di un visto di residenza basato sull'investimento immobiliare.

Perché investire in immobili a Dubai è un’ottima opportunità per gli imprenditori
Investire in immobili a Dubai rappresenta una scelta strategica per chi desidera crescere patrimonialmente in un mercato stabile e favorevole. Con un’attenta pianificazione e una buona comprensione del mercato locale, è possibile ottimizzare gli investimenti e stabilire una solida presenza nel mercato immobiliare di questo vivace emirato.
BS Associati, con il senior partner Andrea Ballarè, da anni opera sulla piazza di Dubai e negli EAU, in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-Emirati Arabi (iicuae.com) ed alcuni altri importanti studi professionali e società di consulenza offrendo un'assistenza sicura e competente in ogni fase del processo di internazionalizzazione di aziende e persone fisiche.